Un blog per vendere all'estero

Vendere all'estero è una grande opportunità per le aziende italiane, tutte, specie quelle artigianali, piccole e medie.
In questo blog lavoreremo insieme per trovare la strada migliore e avere successo con facilità.

Tra vent’anni sarai più deluso delle cose che non hai fatto che di quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna

Mark Twain.


venerdì 27 febbraio 2015

Quando c'è l'umiltà c'è tutto: ripartire con il metodo giusto




Esiste l’Italia bella, non quella #verybella si intende. Quella che ci prova, studia, cerca di capire, non si incista sul #abbiamosemprefattocosì oppure su #conoscobeneilmiomercato vizi che gli imprenditori pagano selvaggiamente.
Perché oggi ciò che si deve sapere –non conoscere: sapere- è talmente tanto che non si può più pensare di fare da soli, di lasciarsi guidare dall’intuito –che non è la Forza- per prendere decisioni.
Oggi l’imprenditore che aveva successo negli anni Sessanta, quel modello lì, sparirebbe dalla faccia del mercato in una settimana. Anche avendo la Nutella da proporre. Non a caso proprio la Ferrero, nata così, da una intuizione –come la Coca Cola o McDonald’s- non si regge più sull’estro, ma su una struttura seria e aggiorata.
Esiste l’Italia bella è l’ho frequentata. Ad esempio presso il CoFeLB di Carate Brianza che organizza corsi per le PMI brianzole su temi quali Export, Fiere, problem solving e così via.
O Forma.AZIONE di Perugia, una vera macchina da guerra nell’organizzare programmi per il rilancio del territorio e dei perugini.
Sono gli incontri delle persone quelli però che mi hanno colpito: brava gente, belle facce si sarebbe detto un tempo, oggi aggiungo di più. Tanto coraggio, tanta volontà. Di farcela. Di rimettersi in gioco. Di provare a capire come si possa oggi cercare nuovi clienti, andare all’estero, farsi un nome.
E per questo che penso che ce la possiamo fare. Che troveremo sempre dentro risorse per superare anche quella depressione che uccide gli slanci.

Perché quando c’è l’umiltà c’è tutto.

domenica 8 febbraio 2015

Andare in Giappone con i fondi europei: una opportunità per le mPMI





Abbiamo conosciuto  Maria Grazia Santovito in settembre quando ci ha spiegato come le aziende italiane agroalimentari possono approdare in Giappone con successo.
Oggi ci ricorda che grazie ad alcuni fondi Europei è possibile pianificare un approdo vincente grazie ad una accurata analisi del mercato e ad una attività di promozione locale sostenuta da investimenti comunitari.
La struttura della Santovito offre i suoi servizi a micro e PMI e sottolinea come questa legge di stabilità favorisca proprio queste imprese con rimborsi per la partecipazione a mostre, fiere, eventi e follow-up post evento.
Ecco il testo della legge segnalato, credo possa essere una interessante opportunità.

Ovviamente il finanziamento non vale solo per il Giappone.... 

Art. 30

Promozione straordinaria del Made in Italy e misure per l'attrazione degli investimenti
1. Al fine di ampliare il numero delle imprese, in particolare piccole e medie, che operano nel mercato globale, espandere le quote italiane del commercio internazionale, valorizzare l'immagine del Made in Italy nel mondo, sostenere le iniziative di attrazione degli investimenti esteri in Italia, il Ministro dello sviluppo economico adotta con proprio decreto entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, un Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia. Il Piano di cui al presente comma è adottato d'intesa con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con riferimento alle azioni di cui al comma 2, lettere c), d), e), ed f), rivolte alle imprese agricole e agroalimentari, nonché alle iniziative da adottare per la realizzazione delle suddette azioni.
2. Il Piano di cui al comma 1 prevede in particolare le seguenti azioni con le relative dotazioni finanziarie:
a) iniziative straordinarie di formazione e informazione sulle opportunità offerte dai mercati esteri alle imprese in particolare piccole e medie;
b) supporto alle più rilevanti manifestazioni fieristiche italiane di livello internazionale;
c) valorizzazione delle produzioni di eccellenza, in particolare agricole e agroalimentari, e tutela all'estero dei marchi e delle certificazioni di qualità e di origine delle imprese e dei prodotti;
d) sostegno alla penetrazione dei prodotti italiani nei diversi mercati, anche attraverso appositi accordi con le reti di distribuzione;
e) realizzazione di un segno distintivo unico, per le iniziative di promozione all'estero e durante l'Esposizione universale 2015, delle produzioni agricole e agroalimentari che siano rappresentative della qualità e del patrimonio enogastronomico italiano;
f) realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti e di contrasto al fenomeno dell'Italian sounding;
g) sostegno all'utilizzo degli strumenti di e-commerce da parte delle piccole e medie imprese;
h) realizzazione di tipologie promozionali innovative per l'acquisizione e la fidelizzazione della domanda dei mercati esteri;
i) rafforzamento organizzativo delle start up nonché delle micro, piccole e medie imprese in particolare attraverso l'erogazione di contributi a fondo perduto in forma di voucher;
l) sostegno ad iniziative di promozione delle opportunità di investimento in Italia, nonché di accompagnamento e assistenza degli investitori esteri in Italia.

Le dieci nazioni sulle quali puntare per l'export 2015



Leggo con attenzione il numero di gennaio di Food (bella rivista, anche on line) e sulla scia dell’entusiasmo riprendo in mano le due riviste precedenti.
La parola Export compare almeno 50 volte nei tre numeri, ed è sempre associata a ripresa, salvezza, volo, successo. Lo conferma la sezione dedicata a questo tema del portale.
Però… c’è un però che va preso in esame.
Primo in tutti gli articoli si fa riferimento alla necessità di una strategia: non si può andare all’estero senza avere le idee chiare.
Poi si afferma in modo chiarissimo che è necessario inserire nelle attività di export un budget per l’analisi del mercato locale e per una adeguata promozione locale:
siate pronti a investire in piani specifici per il trade e i consumatori” della specifica nazione.
Non basta: spesso viene suggerito di avere un ufficio locale, anche solo una one man band, che garantisca una presenza sul posto.
Siete pronti?
Senza uno studio adeguato non si va da nessuna parte.
Tanto meno in queste 10 nazioni che la rivista Food indentifica come mete target per quest’anno:

1.     Cina: nessuna novità, ma va fatto con intelligenza anche via e-commerce
2.     Stati Uniti: per me sempre numero uno, specie per prodotti italiani
3.     Filippine: cresce la disponibilità economica
4.     Colombia: attenzione alla logistica
5.     Messico: la M di MINT (scomparse però Nigeria e Turchia) guardando agli USA
6.     Indonesia: la I di MINT grandi opportunità, lungaggini burocratiche
7.     Arabia Saudita: il lusso la fa da padrone
8.     India: sempre di moda
9.     Perù: cresce il retail e cresce la ricchezza
10. Polonia: l’economia che cresce a tasso più alto in Europa, standard di vita alto

Quello che conta è il posizionamento e una attenta analisi di come proporre i propri prodotti.
Volete una mano?