Un blog per vendere all'estero

Vendere all'estero è una grande opportunità per le aziende italiane, tutte, specie quelle artigianali, piccole e medie.
In questo blog lavoreremo insieme per trovare la strada migliore e avere successo con facilità.

Tra vent’anni sarai più deluso delle cose che non hai fatto che di quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna

Mark Twain.


martedì 9 aprile 2013

Sbarcare a New York? Intervista a Francesco de Biase seconda parte




Riprendiamo l’intervista a Francesco de Biase e all’opportunità per i brand italiani di sfondare negli USA. La prima parte si trova qui.

  1. prodotto o brand che cosa è più importante in questo mercato?
Sono entrambi importanti. Perché un brand venga riconosciuto deve offrire al mercato un prodotto Eccellente. Con il prodotto si conquista il cliente, la sua mente, le sue emozioni. Grazie al prodotto l’azienda può rendere il suo brand evocativo di emozioni ed esperienze uniche. Ma, se vogliamo parlare di “importanza” allora dobbiamo chiederci cosa è più importante Comunicare: il prodotto o il brand?
Ecco, allora l’approccio deve essere diverso.
La comunicazione deve necessariamente essere incentrata sul brand.
Le aziende per vendere il loro prodotto devono necessariamente “comunicare”; ma sarebbe un errore pensare che si debbano concentrare le forze sul prodotto.
Questo vorrebbe dire che l’azienda dovrebbe ricominciare da zero ogni volta che crea un prodotto nuovo.
Il brand invece diventa sinonimo di qualità, eccellenza, stile, lusso.
Il brand diventa identificativo per ogni prodotto creato dall’azienda. Il cliente che lo riconosce riconosce automaticamente anche la qualità dell’azienda e quindi dei suoi prodotti.
  1. come si fa a costruire un brand?
FQuesta domanda racchiude in se la chiave per risolvere la sfida più affascinante che imprenditori e uomini di Marketing di ogni azienda devono affrontare.
Il Brand non è solo un Logo, è qualcosa di “intangibile” che evoca emozioni, sentimenti.
Appare però evidente l’impossibilità di dettare le tappe che conducono alla costruzione di un brand capace di generare valore incrementale (equity) rispetto agli assets tangibili, quando non si chiariscono i meccanismi che conducono alla “notorietà di brand” (brand awareness) ed infine alla “fedeltà di marca” (brand loyalty). 
Iniziamo dal primo passo, la “notorietà di marca”.
La prima  necessità è quella di costruire preliminarmente un’identità di marca e di “renderla visibile”.
Quello di “identità di marca” è un concetto molto forte che, ovviamente, sottintende la volontà di “dare forma” al brand ancorandolo alla realtà e alimentandolo di una consistenza in grado di rifuggire al mero esercizio di valori  astratti o troppo idealizzati.
Il Brand deve assumere così una vita propria, con una propria fisicità esteriore e con il proprio carattere.
La fisicità è, a grandi linee, conferita dall’identità visiva della marca quella che viene definita “visual identity” dettata in primis dal brand name, dal logo e dal payoff.
E’ impossibile definire in poche righe il plan necessario a raggiungere l’obbiettivo.
Però, in una riga possiamo definire quello che deve essere il risultato finale del plan che imprenditori e uomini di marketing devono aspirare per la propria azienda e per il proprio brand:
Far si che i clienti associno velocemente e in modo automatico il Brand a “una serie di benefici” tangibili e intangibili che si ottengono con i prodotti del Brand.
E’ una promessa che l’azienda fa ai propri clienti per il futuro e la reputazione dell’azienda e del brand dipende interamente da quanto bene gli imprenditori manterranno questa promessa.
Ecco perché (rifacendoci alla domanda precedente) è importante sia il prodotto che il brand.
  1. quali sono gli errori più comuni e dannosi che hai visto compiere ad aziende italiane?
Sono diversi gli errori che gli imprenditori italiani fanno, ma credo che il più comune ed anche peggiore che sistematicamente commettono è la presunzione.
La maggioranza degli imprenditori e manager italiani ancora pensano che basti produrre un prodotto di qualità marchiato “Made in Italy” perché il mercato si prostri e lo acquisti incondizionatamente.
Non è più così!
Benchè giornali e riviste italiane continuino a propagandare una serie di dati che sembrano estratti dal sacchetto della tombola i quali danno le esportazioni in crescita, la realtà dei fatti è che dal 2010 non è più così. Il 2010 è stato l’ultimo anno con dati positivi per le esportazioni di prodotti italiani.
Prendiamo come esempio gli States.
Fino a 15-20 anni fa, bastava avere un buon prodotto Made in Italy e presentarsi agli importatori americani con un piano marketing decoroso e facevano la fila per poterlo importare.
Ora però, il mercato USA è pieno di prodotto Italiani di qualità, le aziende continuano a presentare prodotti che, ovviamente, sono di alto livello, ma non trovano importatori e distributori.
Perché?
Perché gli imprenditori hanno la presunzione di pensare che basti il prodotto perché si interessino a loro. Non è più così!
Ora, solo le aziende disposte investire prima di tutto in operazioni di Marketing e Comunicazione vengono prese in considerazione.
Bisogna presentarsi con un budget da investire in Brand Building per poi poter vendere il prodotto.
Di prodotti di alta qualità ce ne sono a migliaia, ma le aziende disposte ad investire in Brand Building si contano sulle dita di due mani.
  1. che cosa dovrebbero fare invece?
Le cose da fare sono molteplici e diverse per ogni tipo di azienda e prodotto.
Però una le accomuna tutte, indipendentemente dal prodotto.
Il primo passo che le aziende e gli imprenditori italiani devono fare è quello di programmare una strategia di Brand Building e MarCom per far conoscere il Brand (Brand Awareness), per posizionare il proprio brand e di conseguenza il proprio prodotto nella fascia di mercato adatta per il target di clienti al quale ci si rivolge.
E’ un operazione che richiede da 12 ai 18 mesi, dipende dal prodotto e dal tipo di investimento; ma è necessario programmare una finestra temporale ampia perché si possa aver successo.
Ma i risultati arrivano. Garantito!
Saranno poi l’importatore e il distributore con la rete commerciale a presentarsi per chiedere di commercializzare il brand e  il prodotto.
Questo vuol dire anche sedersi al tavolo per discutere il contratto di commercializzazione con una posizione più forte.

  1. puoi dare 3 consigli di base alle aziende che vorrebbero esportare le loro creazioni/creature? 
Dare consigli è difficile senza conoscere l’imprenditore e l’azienda; anche perché ogni realta è diversa, con una storia diversa e problemi diversi.

Però posso dire cosa ho fatto io per la mia azienda.

Il primo passo è stato, ovviamente, preparare un Marketing Plan per i miei prodotti e servizi, una pianificazione che tenesse conto del mio mercato di riferimento e del target di clientela alla quale volevo vendere i miei servizi.

Lo stesso MP mi ha permesso anche di pianificare il budget necessario per poi tagliarlo su misura per quello che erano le reali disponibilità della mia azienda.

Il secondo passo è stato pianificare le attività di Brand Building e Marketing che permetessero alla mia azienda di farsi conoscere.

Quindi abbiamo creato una serie di eventi a tema dove il nostro brand avesse la massima esposizione mediatica. Attenzione, non ho detto “abbiamo fatto pubblicità”!

Ancora si pensa che fare pubblicità serva a far conoscere un brand. Non è così, la pubblicità serve a far conoscere un prodotto, il brand va costruito con la comunicazione.

I nostri eventi erano tutti incentrati su temi come Made in Italy, Vacanze Italiane, Servizi di Concierge, etc.

Abbiamo cercato partner locali che fossero molto forti nelle PR e nella gestione degli eventi ed è stato un successo a costi veramente accessibili a tutti.

Anche perché, il nostro punto di forza è stato creare le sinergie con aziende che avessero in programma lo stesso tipo di strategia.

Per noi è stato semplice anche perché un parco clienti VIP lo avevamo già ed è servito da volano per attirare nuovi clienti ai quali ancora non avevamo accesso.

Il terzo passo è stato pianificare una continua attività di Brand Positioning e Marketing che ci permettesse di rafforzare la nostra presenza nella vita del cliente.

Attività che ci hanno permesso di raccontare mese dopo mese la storia e l’evoluzione della nostra azienda e del nostro brand.

Ogni volta che abbiamo un servizio nuovo, una destinazione nuova da proporre, organizziamo un evento per presentarlo, invitiamo clienti VIP e partner … il risultato è stato creare una connessione diretta con le “emozioni” sia dei clienti finali che dei partner.
Ogni volta che sentono parlare o vedono il nostro Brand, ricordano le emozioni provate durante gli eventi, sognano le destinazioni proposte e… vogliono riprovarle.

Come diaciamo sempre noi:

L’amore per il bello è gusto. La creazione del bello è arte.

We keep inspiring luxury dreams.

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