Un blog per vendere all'estero

Vendere all'estero è una grande opportunità per le aziende italiane, tutte, specie quelle artigianali, piccole e medie.
In questo blog lavoreremo insieme per trovare la strada migliore e avere successo con facilità.

Tra vent’anni sarai più deluso delle cose che non hai fatto che di quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna

Mark Twain.


lunedì 30 dicembre 2013

I 10 post più letti per andare all'estero: l'export comincia da qui



Come sempre la fine dell’anno è pretesto per i bilanci e per i propositi: i primi li faccio io, i secondi li lascio a voi.

Riassumo qui di seguito i 10 post più letti di questo blog  (e perché secondo la mia interpretazione) e chiedo a voi di commentare suggerendo temi che vi stanno a cuore per il 2014.
Ringrazio chi mi ha contattato quest’anno per avere maggiori informazioni e per iniziare a lavorare insieme: sono felice di dire che abbiamo superato i 30 contatti mese e che diversi sono i progetti che si sono avviati.
Non perdiamo tempo vediamo, in ordine sparso, quali sono stati post più letti

Primo tra tutti i post quello relativo al ruolo del consulente: serve? A cosa serve? Come valutarlo? Perché pensarci? Ecco le risposte in un post che ha suscitato molto interesse e molti commenti.
Ovviamente tra gli articoli più graditi largo spazio hanno avuto le interviste agli esperti delle singole nazioni, facile capire perché. Così in questa particolare classifica troviamo:
gli Usa con due voci diverse molto apprezzate: quella di Sabrina Nicolò e quella di Tiziana Ciacciofera, che racconta il Texas dalla sua particolare postazione di responsabile dell’Istituto Italiano di Cultura.
Poi tocca all’India, con la voce di Eva Moncada che spiega come approdare nel più interessante dei paesi del continente asiatico;
nella vicina Svizzera, dove esportare prodotti non capitali si intende, ci fa entrare Alberto Capitanio.
Chiude la carrellata delle interviste Antimo Marandola che ci conduce in Polonia

Chiaramente tra i molti prodotti che l’Italia può esportare con successo l’agroalimentare la fa da padrone: ecco come fare in cinque regole che hanno attratto l’attenzione di un gran numero di lettori.  Magari interessati a collaborare con il giovane team di Italian Heritage che si è conquistato un posto nella nostra top 10 2013 e molto interesse nel settore in tutto il Belpaese. Un bel esempio di imprenditorialità e creatività under 30!

Due i post di argomento più generale sempre presenti tra i primi dieci.
Quali sono le domande chiave da porsi per avere successo nell’export e soprattutto per non sbagliare completamente méta? Eccole qui per voi.
Davide Puzzo ci presenta una idea per aprire una finestra sul web che guardi all’estero: vogliamo rivedere insieme a lui come spalancare questa opportunità?


E nel 2014? Quali sono i temi che vorreste vedere affrontati su questa pagina?

venerdì 27 dicembre 2013

I top 10 link da seguire per restare aggiornati nell'export



Non dico sia una novità, ma non è di certo inutile lanciare qualche proposito di approfondimento per il nuovo anno. Che oggi se non ti aggiorni di continuo sei tagliato fuori. Per cui vorrei segnalarvi, oltre all’altra mia rivista on line, qualche blog o pagina che consulto spesso perché dentro ci trovo un valore aggiunto che riesci a rendere concreta azione.

Poche parole per non togliere spazio a loro: meglio che andiate a trovarli piuttosto che fermarvi qui.

Dunque ecco i miei top 10 blog, gruppi, siti nell’area dell’export che vi consiglio di tenere vicini per il 2014. In ordine sparso così non si offende nessuno.

Alberto Fonchielli ed Osservatorio Asia è uno dei più famosi e diffusi punti di visita sul far East, divenuto così noto da essere personaggio televisivo e consulente di governi. Come fare a perderselo?

Gabriela Castro Fontoura direttrice di Sunny Sky Solution è la mia esperta di riferimento per il Sud America. Con base a Londra e a Montevideo la sua esperienza nei paesi dell’America Latina va sicuramente presa in esame.
Export Expert il blog di Gemma Price ci aiuta ad avere una visione ampia sul tema dell’export.

Consiglio anche il sito di Algorithmir che propone una bella ed interessante newsletter sul Brasile.

Tra i gruppi di Linkedin nei quali di discute e si fanno incontri interessanti ricordo volentieri

Esporta Italia che affronta il tema dell’export per le PMI di casa nostra

Italian doing business in Brasil focalizzato sulle opportunità per i nostri imprenditori in Brasile

Italy2Baltic  come trovare la strada verso i paesi baltici e limitrofi, ben diretto da Daniel Janetschek che è anche l’ispiratore di altri tre intressanti gruppi che riguardano la Svezia, la Carinzia, e i paesi di lingua tedesca o DACH.

Al decimo gradino di questo elenco  il gruppo che in un unico calderone, con i suoi lati positivi e negativi, racchiude tutto: International export import.

E come sempre la bonus track, ovvero la lode o il 10+1: da non perdere le pagine di Chris Manca, Export Success,  che ogni lunedì regala un breve video di aggiornamento con le notizie della settimana. Molto bello il suo white paper da downloadare (cliccando si apre la pagina) in cambio dell'indirizzo emial (ne vale la pena) che racconta i 7 grandi errori che possono distruggere il progetto di export (qui lo trovate nella versione scribd). 

Avete suggerimenti per allargare questa base di esplorazione?

lunedì 23 dicembre 2013

L'ansia di recuperare subito: gli errori da non commettere per avere successo


Capisco che ci sia bisogno di agire in fretta, mi rendo conto che ormai i tempi siano alla fine, e che ci siamo mossi con ritardo. Ciò detto nessuna azione può portare al successo se non è pianificata e pensata con cura.
Vedo questo fenomeno accadere tra gli imprenditori e vorrei metterli in guardia da un iperattivismo che sa più di follia che non si efficacia.

Due gli errori che vorrei suggerirvi di evitare:

più siamo meglio è
vedo imprenditori che cercano una soluzione interpellando un numero di consulente tendente all’infinito. Bene, è giusto essere sicuri di ciò che si sceglie, il rapporto deve essere di fiducia. Quindi, contatta tutti quelli che vuoi prima di scegliere. Però poi scegli. Uno. Invece vedo molti che fanno la spesa: prendo questo di questo, un etto di quest’altro, un pizzico di questo qui, ah sì un mezzo litro di questo. Non funziona. Te lo dico col cuore. Per queste ragioni

- innanzitutto i consulenti sono tutti un po’ permalosi e non è semplice farli lavorare insieme senza una regia
ognuno ha una sua visione e una sua specialità e vorrebbe partire da lì
- se ti manca una regia spendi di più e sprechi energie
- non è detto che ci siano sinergie o che mettere insieme dei pezzi senza nesso produca un risultato

Scegline uno, del quale ti fidi, chiedigli conto dei risultai e affida a lui la regia: che ti presenti un piano sensato che richieda anche l’apporto di altri, ma lascia a lui scegliere chi. Ogni consulente ha una rete di specialisti con i quali lavora bene. O ti fidi o non ti fidi.

tutto subito
ti sei mosso con ritardo, vuoi esportare adesso che ti sei reso conto che in Italia non si riesce più a crescere, vuoi migliorare i tuoi conti. Bene, ma non puoi farlo nel prossimo mese, subito. Non puoi pensare di andare con la merce in mano in giro per il mondo pensando che tutti sono lì ad attendere te e il tuo prodotto. Non chiederlo neanche a me, non lo posso fare. Pianifica per tempo e comunque metti in conto che ci vogliono almeno 5-6 mesi prima di vendere all’estero o in un nuovo mercato. Certo, magari prima riusciamo a piazzare qualche colpo, ma casuale e magari anche controproducente.


E voi che cosa ne pensate?

mercoledì 18 dicembre 2013

Exhibitalia: quello che serve per esportare negli USA




Terza parte del dialogo con Patrizia Figoli a proposito di Exhibitalia e di come sia possibile esportare il made in Italy negli Usa partendo dal Texas. La prima parte dell’intervista è disponibile qui. La seconda la trovate qui. In questi due primi articoli Patrizia ci ha spiegato come Exhibitalia contribuisca alla creazione di un forte brand e di quali siano i consigli da seguire per far fruttare la strategia di export.
Proseguiamo con le domande. In coda all’articolo una ampia web-grafia su Houston e le opportunità per le PMI italiane.

(Ricordiamo altri post su questo tema, che possono interessare. Abbiamo ad esempio sentito il punto di vista di Sabrina Nicolò, che si propone come sponda per facilitare lo sbarco in Texas, e quello di Tiziana Ciacciofera Triolo, responsabile dell’Istituto di Cultura Italiana a Houston. Entrambi gli articoli compaiono nella top ten dei post di questo blog)

Conviene aprire una società in America? Un virtual desk? Come si fa? Quanto costa?

Sì, se si è interessati a relazioni di lungo periodo. In particolare in Texas si può beneficiare di numerosi fondi d’investimento per aziende e start-up nella ricerca, sviluppo e commercializzazione, non è un caso che si tratti del secondo Stato americano per investimenti stranieri
La burocrazia qui è snella e favorevole alle imprese e presenta il vantaggio di un mercato del lavoro flessibile e dinamico. Il virtual desk inizialmente è una possibilità e i costi oscillano dal 300 dollari al migliaio a seconda dei tipi di servizi richiesti (se solo redirect di telefonate, un centralino e una casella di posta o si desidera aggiungere altre opzioni).
La costituzione della società è facile se si tratta di creare un'entità locale, si fa tutto online con un costo inferiore ai 500 dollari.  Si complicano le cose se vanno stabilite relazioni e stilati documenti legali considerato che il costo all'ora di un avvocato è piuttosto significativo e va a incidere marcatamente sul totale.
IACC Texas è disponibile ad accompagnare le aziende nel percorso di insediamento locale, si per quanto riguarda aspetti finanzari, legali e fiscali, sia dal punto di vista logistico.

Perché il Texas e non New York ?
Innazitutto perchè il Texas NON è New York. Ricordo che Stati Uniti significa unione di Stati e quello che si fa fatica a realizzare è che arrivare in uno stato americano non rende immediato l'accesso agli altri. Ci sono regole, tasse, politiche che cambiano da uno all'altro. Sarebbe come pensare per un business che arriva in Europa che dal momento che ha una presenza in Danimarca allora può facilmente espanderla anche al Portogallo. Atterrare a New York con i propri prodotti e la propria marca è estremamente costoso e difficile, si tratta di un mercato che per il Made in Italy è maturo e saturo (lo stesso vale per Chicago e Miami destinazioni da lungo tempo care agli italiani) e il fatto di essere a New York non implica necessariamente avere modo di arrivare in Texas.
Il Texas è lo stato più popolato dopo la California, il più esteso dopo l'Alaska, come PIL è al secondo posto dopo la California (1.457 miliardi di dollari il Texas, 1.901 la Caifornia), ma è al primo posto come crescita e sviluppo economico e demografico, non a caso viene descritto come la locomotiva degli States.
Ora va menzionato che la prima industria che si è sviluppata in Texas dopo la guerra civile era l'allevamento di bestiame (mucche in particolare) e questo spiega l'inevitabile (e trita) associazione del texano con il cowboy.
Troppo spesso, però,  si dimentica che nei primi del 1900, grazie alle scoperte dei giacimenti petroliferi, ebbe inzio un boom economico che, sebbene fra alterne fortune, continua tutt'oggi. I forti investimenti nelle università hanno fatto sì che sì che l'economia si diversificasse su numerosi fronti e al settore petrolifero si sono aggiunti l'high-tech, l'aerospaziale e le bio-scienze (la nanotecnologia ha qui diversi punti di eccellenza non solo in campo medico, ma anche dei nuovi materiali) per citarne solo alcuni. Un nutrito numero delle società più grandi al mondo (Fortune 500) sono qui. Dal 2002 il Texas è al primo posto fra gli Stati dell'Unione per l'esportazione. Californiani e Newyorchesi vengono qui a lavorare spinti dagli ottimi salari e dal basso costo della vita. una volta arrivati e insediati, però, lamentano la scarsa offerta sul fronte di tutto ciò che è gusto e lifestyle a cui sono ormai usi. Houston, assieme al Texas, grazie alla diversificazione in corso, aspira ora a qualificarsi come la città del gusto e dello stile e ExhibItalia vuole accelerare questo processo facendo atterrare al George Brown Convention Center il Made in Italy più recente e trendsetting.

Chi c'è dietro Exhbitalia?
Italy-America Chamber of Commerce of Texas e il suo partner tecnologico ShinSoftware.
IACC Texas promuove scambi commerciali fra Italia e Texas da più di venti anni con sede principale a Houston, e succursali a Austin, capitale del Texas (nel 2012 vi si è inaugurata la pista di Formula 1), Dallas e Milano in Italia e fa  parte della rete di Assocamerestero (76 Camere in 50 paesi  e più di 24.000 aziende socie).
Shin Software è una giovane società IT italiana che ricopre il ruolo di principale partner tecnologico dell'evento. Oltre al sito web, Shin Software ha sviluppato la piattaforma informatica su cui si basa ExhibItalia 3D: la versione virtuale dell'exhibit che sarà accessibile via app all'evento e via web a tutti gli espositori post-evento per promuovere il loro marchio per un periodo di un anno (costo incluso nell'iscrizione)
Su richiesta, Shin Software, può virtualizzare, anche in 3D, i cataloghi delle aziende espositrici che potrebbero cosi presentare ai visitatori (mediante totem, da noleggiare, posizionati nel loro stand) tutta quei prodotti, che per ragioni pratiche o logistiche potrebbe non essere possibile avere in esposizione nello stand. La visualizzazione 3D dei prodotti aggiunge senza dubbio un'esperienza molto più attraente e realistica per i visitatori al tradizionaleprodotto promozionale cartaceo come brochure e fotografie. Inoltre i cataloghi virtualizzati (anche in 3D) sono concepiti per essere facilmente integrabili sui siti web proprietari delle aziende.

Patrizia Figoli, coordinatrice dell'evento ExhibItalia, si divide fra il Texas e l'Italia, ma ha un passato spalmato su tre continenti e svariati paesi, avendo vissuto in Nigeria, Inghilterra, Norvegia, Francia Messico e Stati Uniti. Avendo toccato con mano le diverse realtà sociali ed economiche di tutti questi paesi si è resa sempre più conto del valore che tutt’oggi la proposizione Made in Italy rappresenta per il mondo ed è attivissima a condividerla ovunque si trovi.
ExhibItalia rappresenta l'opportunità di continuare a farlo, stavolta in Texas... e poi vorrebbe potersi comprare i collant a Houston senza dover a tutti costi dover prendere l'aereo per rifornirsi!


Qualche elemento….webgrafico

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HOUSTON IN THE PRESS
Articoli su stampa italiana ed estera che possono essere di interesse per approfondire l'argomento











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lunedì 16 dicembre 2013

Exhibitalia: come prepararsi per una fiera negli USA




Stiamo dialogando con Patrizia Figoli a proposito di Exhibitalia e di come sia possibile esportare il made in Italy negli Usa partendo dal Texas. La prima parte dell’intervista è disponibile qui. Proseguiamo con le domande.

Come prepararsi? che cosa fare per attirare l’attenzione?
Il primo passo, come segnalato in precedenza è definire gli obiettivi in modo semplice a puntuale.
Dati gli sforzi del governo italiano per supportare le aziende nell'internazionalizzazione è consigliabile verificare la possibilità di ricevere contributi per la partecipazione ad ExhibItalia e definirne il budget. La camera di commercio italiana di appartenenza, associazioni di settore, municipalità e consorzi sono il primo punto di contatto, da non sottovalutare.
In base agli obiettivi, identificare il target di visitatori, tenere a mente che arrivare in un nuovo paese significa essere messi di fronte ad un modo diverso di porsi di fronte al prodotto e all'acquisto. IACC Texas mette a disposizione la propria competenza sul mercato texano, non esitate a fare domande. Per quanto ci riguarda non esistono domande stupide, solo questioni che meritano una risposta competente e intelligente.
All'interno dell'azienda è indispensabile aver identificato il ( i) responsabile interno e comunicare nel dettaglio con il personale coinvolto. Nell'iscrizione è previsto già un allestimento di base, ma se avete bisogno di qualunque personalizzazione degli spazi, in  base ai vostri obiettivi, è importante agire con anticipo per avere la certezza che il risultato corrisponda alle aspettative.
Assicuratevi di aver confermata la vostra partecipazione ad ExhibItalia, entro il 15 gennaio 2014.
La selezione dei prodotti da esporre è un altro elemento significativo perchè, non trattandosi dell'Europa, vanno verificati per tempo i protocolli e tempistiche da rispettare per l'export e potenzialmente i prodotti che non sono ammessi all'export (è il caso di salumi provenienti da diverse regioni in italia che non hanno ancora ricevuto l'approvazione della FDA, o vini che non hanno avuto per tempo la documentazione necessaria. A questo riguardo si veda la guida dell'ICE sul vino)
L'altro passo da fare prima ancora di arrivare all'esposizione è di promuovere la propria marca e la propria presenza a ExhibItalia. Qui IACC Texas ha sviluppato delle relazioni con agenzie PR che possono offrire assistenza alle aziende interessate. Vanno comunque definite le azioni pubblicitarie da fare sul territorio.
In questo contesto è opportuno scegliere le iniziative pubblicitarie a pagamento disponibili in fiera, come la degustazione, la sfilata di moda, l'evento artistico, la conferenza etc. oltre alle pubblicità sul catalogo, spazi pubblicitari in internet, affissioni in fiera, ecc.
Il materiale pubblicitario da distribuire ai visitatori va preparato con largo anticipo e, considerato che si tratta di materiale in una lingua straniera (la popolazione di lingua spagnola è piuttosto nutrita in Texas e magari non guasta prevedere anche lo spagnolo) e SEMPRE farlo rivedere da persone di madrelingua. Troppo spesso ho visto materiale tradotto letteralmente dall'italiano e di conseguenza incomprensibile in inglese, quando non ridicolo.
In questa fase pre-evento vanno avviate le iniziative di marketing con spedizione di biglietti invito alla clientela identificata come target ideale, grazie al'assistenza di uno specialista PR sul territorio.
Se ci si riferisce a più tipologie di visitatore predisporre informazioni mirate, istruire con un briefing dettagliato il personale di servizio allo stand

Come dare continuità all’evento? È solo l’occasione per vendere in fiera oppure c’è l’opportunità di creare un rapporto di continuità?
Non consigliamo la partecipazione a chi sia interessato ad un semplice evento di vendita, anche se non è proibito. Certamemte le opportunità di vendita ci sono. L'obiettivo dell'IACC Texas però è di accompagnare tutte quelle aziende desiderose di avviare un dialogo commerciale con Houston e il Texas per il medio e lungo termine. Le opportunità sono eccezionali e vorremmo vedere ad ExhibItalia le aziende capaci di coglierle e grazie al nuovo mercato dare un impulso all'economia italiana, che oggi più che mai necessita di una forte spinta.
Come sostenere l’investimento?
Sono numerosi i fondi dedicati all'internazionalizzazione, anche se tutto considerato il costo nel suo insieme non è proibitivo. I costi vivi sono contenuti (l'iscrizione, che include lo stand di 9mq costa meno di 2300 euro, il biglietto aereo prenotato con anticipo non costa oltre i 1000 euro e l'alloggio è intorno a 80/90 euro per notte). La decisione se un investimento simile sia proporzionato all'opportunità di essere presenti su un nuovo mercato, potenzialmente di enormi dimensioni, è naturalmente tutta aziendale. Non dimentichiamo che qui si considera piccola un'azienda che fatturi meno di 10 milioni di dollari l'anno.

Che cosa si aspettano gli americani da una azienda made in Italy… sconosciuta?
L'originalità e la qualità sono due elementi fortemente associati al Made in Italy, sono dunque elementi essenziali che devono esserci nelle proposte e che fanno sognare il compratore americano. Un'altra cosa importante è la "storia", per gli americani la contestualizzazione del prodotto è davvero importante, dalla storia della famiglia alla storia del materiale, del processo artigianale, la lavorazione, insomma quello che c'è dietro al prodotto, sono tutti elementi che colpiscono l'immaginario locale. Non è un caso che spesso si trovi la "storia" di come ha avuto origne un certo prodtto su ogni scatola, menu, vasetto, etichetta. 

Quali errori non commettere? 
Gli errori piu` comuni delle PMI italiane nell’esportazione consistono nel considerare la motivazione che genera la domanda di prodotti in altri Paesi alla stregua di quella italiana. Questo porta le imprese che approcciano un mercato straniero a replicare le "best practices" usate a casa propria come strategia di penetrazione del mercato estero. Imprese che operano gia` all’estero invece, replicano il modello di esportazione che hanno già utilizzato con successo in altri paesi esteri. In entrambi i casi è un errore strategico molto rilevante che rischia di compromettere la buona riuscita dell’operazione di esportazione.  Dunque, prima di procedere all’esportazione, vanno acquisite informazioni sulle caratteristiche della domanda in Texas, e cercare di avere un'idea concreta di come  puo` essere percepito il prodotto dal target prescelto.
Altri errori emergono inoltre nella gestione delle relazioni; in molti casi le PMI italiane concentrano i loro sforzi sulla stipula del contratto di fornitura (condizione indispensabile per avviare l’esportazione), ma risultano carenti nella gestione dell’ordine (trasporto, tempistiche) e nell’assistenza post-vendita, tutti elementi invece fondamentali per operare negli Stati Uniti in generale e in Texas in particolare.  Un errore che può costare la relazione commerciale tout court; infatti, la mancanza di assistenza post-vendita influisce in modo fortemente negativo sulla percezione della qualita` della fornitura da parte della controparte che, pur riconoscendo la qualita` intrinseca dei prodotti, risulta insoddisfatta del servizio globale, con conseguenze rilevanti sulla continuazione del rapporto di fornitura.
Per sopperire a questi problemi bisogna innanzitutto cercare di controllare i tempi e le modalita` di spedizione, cercando di adottare un sistema efficace di tracciabilita` degli ordini, e curare il rapporto con il consumatore/ controparte esteri , focalizzandosi sulla percezione dei servizi connessi all’acquisto.  Negli USA i clienti manifestano esigenze specifiche soprattutto nell’assistenza post-vendita.
Made in Italy è l’espressione che indica tutto ciò che rende il nostro Paese unico e apprezzato nel mondo. È sinonimo delle qualità italiane, da quelle gastronomiche e culturali a quelle manifatturiere ed artistiche, e costituisce un’importante risorsa economica per l’Italia anche in questo periodo di crisi. Il punto di forza del Made in Italy è che si tratta di un sistema produttivo fortemente legato ad un territorio e ad una storia unici e quindi non esportabile o riproducibile altrove. In Texas, e negli Stati Uniti in generale, il Made in Italy  non evoca solo un’indicazione geografica, ma anche un insieme di valori. Nell’immaginario collettivo è sinonimo di un’Italia piena di storia e di qualità in cui si fondono tradizione, territorio, ma anche innovazione, tecnologia, design. Il Made in Italy e` legato all’eccellenza italiana in quattro macroaree produttive, dette le quattro “A”: Abbigliamento e sistema-persona, Arredo e sistema-casa, Agroalimentare e Automazione. abbiamo fatto in modo che fossero quasi tutte presenti ad ExhbItalia.
Consiglio 1: creare un network stabile ed efficace di relazioni tra i soggetti coinvolti nel processo di esportazione, a tal fine esistono principalmente due modi per raggiungere questo obiettivo:
·       Partecipare attivamente a fiere del settore/ convention (ExhibItalia in tal senso agisce da catalizzatore per un primo incontro con il pubblico e la realtà in Texas) e altre occasioni di incontro all’estero con vettori e clienti finali in modo da far conoscere il proprio prodotto e stabilire rapporti duraturi. Naturalmente cio` implica la necessita` di cercare informazioni circa le date, le modalita` di partecipazione e i soggetti presenti alle varie manifestazioni.
·       Rivolgersi a soggetti operanti sul territorio (Camere di commercio, Associazioni di categoria, ICE, agenzie PR) per promuovere il proprio prodotto e per incontrare imprese/distributori locali. In questo caso l’impresa puo` usufruire di un network gia` presente e interagire con controparti gia` coinvolte nel mercato, riducendo in tal modo  le spese legate al reperimento di informazioni e le asimmetrie informative legate all’ingresso in un nuovo mercato. 
Consiglio 2: Se si ha intenzione di continuare a servire il mercato americano nel medio e lungo termine e` necessario essere presenti sul territorio. Negli Stati Uniti infatti gli acquirenti preferiscono trattare con aziende presenti a livello locale, cio` rende piu` agevoli le contrattazioni e l’assistenza durante tutto il processo di acquisto. Aprire una societa` negli Stati Uniti e` un’operazione semplice e poco costosa, dunque mediante un investimento relativamente modesto si riesce ad accedere a benefici che nel lungo termine risultano essenziali per il processo di esportazione.
Consiglio 3: Avviare una campagna di promozione efficace per entrare nel nuovo mercato. Molte aziende infatti, cercano di vendere i propri prodotti senza prima effettuare degli investimenti in promozione e comunicazione. Cio` inevitabilmente porta ad una scarsa visibilita` dei prodotti e rischia di compromettere tutto il processo di esportazione. Il rischio e` che, senza avviare alcuna politica di promozione, il prezzo rappresentera` l’unica discriminante per i consumatori, che non saranno dunque disposti a pagare un premium price per i prodotti di qualita` italiani. Gli Stati Uniti rappresentano un mercato ad alta valenza strategica, dunque, e` indispensabile ai fini del processo di esportazione, effettuare investimenti iniziali in marketing e comunicazione.


Nella terza parte dell’intervista altri dettagli: aprire una società negli USA? Che cosa è un virtual desk? Perché il Texas? E molto di più

sabato 14 dicembre 2013

ExibItalia: come entrare in Texas e negli Usa dalla porta principale






Abbiamo già parlato in più di una occasione delle opportunità offerte dal Texas, e di come possa essere una interessante piattaforma per espandersi negli States.
Abbiamo ad esempio sentito il punto di vista di Sabrina Nicolò, che si propone come sponda per facilitare lo sbarco in Texas, e quello di Tiziana Ciacciofera Triolo, responsabile dell’Istituto di Cultura Italiana a Houston.

Oggi, e nei prossimi due post, diamo spazio a Patrizia Figoli che ci illustra ExibItalia l’iniziativa messa a punto insieme alla Camera di Commercio Italo Americana per lanciare le aziende di casa nostra.










Che cosa è ExhibItalia?

Il Made in Italy atterra a Houston; ExhibItalia è un evento concepito per soddisfare il desiderio di chi in Texas cerca prodotti che si differenzino nel mare di quelli a basso prezzo e bassa qualità che tappezzano i negozi. A differenza di quanto caratterizza l’Italia, la scelta di prodotti a Houston oggi passa dal lusso al Made in China, in mezzo  il nulla, o quasi; infatti il mercato intermedio è praticamente inesistente e quel poco che c'è non ha proposizioni interessanti o di valore. ExhibItalia vuole colmare questa lacuna, perchè all'IACC Texas siamo convinti che questa fascia di mercato, che rappresenta lo zoccolo duro della produzione italiana, sia proprio ciò che manca in Texas. Le opportunità di questo mercato sono dunque irrinunciabili. Il Texas è passato dall'essere uno stato considerato semplice e tradizionale ad uno stato che vuole (e può) competere con stati trendsetter come la California o New York e cerca ora anche l'originale e l'insolito. 


ExhibItalia dunque è l'opportunità per gli Houstoniani di toccare con mano e apprezzare la qualità del VERO prodotto italiano creat con buoni materiali e con la passione e l'amore per il bello che contraddistingue i nostri artigiani, senza necessariamente sconfinare nel lusso.
Nelle edizioni precedenti si è registrata una partecipazione di più di ventimila visitatori e la presenza di  150 espositori.
Per le aziende che vogliono verificare le opportunità di un nuovo mercato, ExhibItalia è il primo passo, semplice e conveniente. Infatti, per inseririsi nelle fiere di settore negli Stati Uniti non è automatico, i costi sono elevati costi e la difficoltà di iscrizione (si tratta di eventi molto selettivi  dove non è facile entrare) rendono la partecipazione tutt'altro che ovvia.


Ma perché è interessante il mercato texano?
I numeri del mercato texano fanno rabbrividire, nel senso che i bisogni da colmare sono enormi e sul fronte Made in Italy, a parte le marche del lusso, c'è veramente poco in offerta. Alcuni numeri per dare un quadro tangibile della situazione:
·       La popolazione del Texas - più di 26 milioni nel 2012 - è aumentata di 500.000 unità negli ultimi otto mesi.
·       Nel 2012 in Texas erano 140.000 le nuove costruzioni (più di Florida e California assieme), un numero che non accenna a diminuiere, anzi è in rapido rialzo
·       Il tasso di disoccupazione in Texas è  il più basso degli Stati Uniti (6,1%) ed è in continuo calo.
·       Stipendio medio annuo: + 50.000 $
Se non bastasse, Houston, nel quadro complessivo dell'economia texana è se possibilie, ancora più appetibile. Non è un caso che sia stata votata da Forbes the coolest city to live in the Unted States.
Senza dubbio una delle migliori città dove andare a vivere, come testimoniato dalla sempre maggiore presenza di californiani, newyourchesi, e provenienti dalle principali città come Chicago, Miami etc.:
·       è fra le città americane in più rapida espansione, sia demografica sia economica.
·       26 fra le 500 aziende più potenti del mondo (dall'elenco delle Fortune 500 companies) hanno sede a Houston (per esempio: Exxon, ConocoPhillips, Sysco)
·       I settori dell’energia, petrolio, chimica, aeronautica, medico e costruzioni sono le punte di diamante, ma altri settori sono in rapida ascesa
·       È il secondo polo museale e teatrale dopo NY
·       È la quarta metropoli statunitense (quasi la terza in verità perchè sta per passare davanti a Chicago) per abitanti e la più popolosa del Texas
Come si accennava in precedenza, Houston è una città che aspira a crescere su tutti i fronti e dove la voglia del bello, ora, è prepotente. Per il made in Italy un'opportunità irrinunciabile.


Qual è il vantaggio per le aziende italiane di partecipare a ExhibItalia?
Si può parlare di diversi vantaggi, primo fra tutti, per le PMI, quello di toccare con mano la possibilità di un mercato enorme e praticamente vergine per il Made in Italy. Essere fra i primi porta con sè numerosi privilegi e il fatto di avere come apripista l'IACC Texas aiuta a smussare le asperità di un nuovo percorso.
ExhibItalia offre, a chi si iscrive entro il 15 gennaio, non solo la presenza del grande pubblico che permette di valutare l'impatto della propria offerta in diretta, senza mediazioni, ma anche l’opportunità  di incontri di business one to one con possibili partner, distributori, importatori.
Il costo contenuto lo rende accessibile alle piccole e medie imprese che abbiano però la capacità di sopperire ai bisogni del mercato in termini di scadenze, di consegne e numeri.

A chi conviene partecipare? Quale tipologia di azienda?
I padiglioni presenti alla fiera sono: artigianato, eno-gastronomia, cultura e turismo, design e tecnologia, moda e accessori. L'evento è stato concepito per essere attraente anche per consorzi, regioni e municipalità, oltre che per l'azienda individuale.

Che tipo di visitatori aspettarsi? Che obiettivo porsi?
Il grande pubblico il fine settimana e incontri B2B - per le aziende che si iscrivono entro il 15 gennaio - il venerdì prima dell'esposizione.
Rispetto ai visitatori, il bello degli Stati Uniti è che non c'è una vera "selezione" del pubblico e a Houston meno che altrove. Ad un evento come ExhbItalia cioè partecipano tutti gli strati sociali (dai super-ricchi alla classe lavoratrice ) e nel pubblico si mescolano anche gli esperti del settore, dall'imprenditore  al dealer, dal distributore a caccia di novità al proprietario del singolo negozio interessato a diversificare la sua offerta.
Per il B2B invece la selezione viene fatta accuratamente dall'IACC Texas mediante un’attività di matchmaking attenta ai prodotti di ciascun espositore, per garantirgli  un contatto diretto con le realtà locali che operano nel suo settore. Il nostro track record di missioni conclusesi positivamente per numerose società italiane sono il nostro biglietto da visita sul tipo di supporto commerciale che siamo in grado di garantire a chi sceglie il Texas.
La buona riuscita di un evento dipende in buona misura dall'aver stabilito obiettivi precisi  che facciano sì che la presenza in fiera abbia una connotazione ben delineata. In base ai propri obiettivi, ogni espositore valuterà come progettare e allestire lo stand, quale materiale informativo distribuire in fiera, come impostare i colloqui con i visitatori interessati, ecc.
Ogni partecipante ha i suoi obiettivi specifici, certo dovrebbe essere comune a tutti avere chiaro come misurare i risultati, come raccogliere contatti per sviluppare il business e, per chi si propone di fare vendita diretta avere un piano e avere predisposto tutto quello che necessita per assistere il pubblico (incluso, se necessario, qualcuno che assista con la lingua e la vendita).


Come prepararsi? Come dare continuità? Come sviluppare la propria presenza negli Usa? Come intervenire a ExibItalia? A queste e altre domande Patrizia risponderà nei prossimi due post

venerdì 6 dicembre 2013

Vendere un idea prima di vendere un prodotto: la strada per avere successo.



Incontro alcune persone tornate dagli Usa in Italia per il Natale. E per incontrare clienti interessati a lanciarsi nel mercato americano. Chiedo come hanno trovato l’Italia. E che impressione si sono fatte di queste aziende.
Mi dicono cose non molto lontane da quelle che mi raccontò tempo fa un amico che svolge il medesimo servizio per il centro Europa e che ho raccontato qui.

C’è voglia di esportare, c’è forse paura ma anche coraggio, manca completamente la visione.
Insomma gli imprenditori italiani vogliono fare affari senza investire, specie senza investire nel marketing e nella promozione.

Sono convinti”, mi dicono tutti, “che basta avere un prodotto di qualità –concetto che però non sanno quantificare- per avere successo ovunque. Non è vero. Ci sono milioni di prodotti di qualità. Investi per far capire come ti differenzi dagli altri e come ci si può fidare di te. Vendi una idea prima ancora di vendere un prodotto”.

Parlano del mercato newyorkese, chiariscono che un buon progetto deve mettere in conto un investimento di almeno 20.000 $, altrimenti è del tutto inutile.

Citano come esempi di grandi successi italiani in america Eataly, Grom e Cruciani.

Aziende che hanno venduto un concetto prima ancora di un prodotto, e che riescono ora a commercializzarlo a prezzi ingiustificabili se si guarda al solo valore del prodotto.

Dicevo poco tempo fa che la rete funziona e che ormai ricevo contatti ogni giorno da imprenditori che vogliono vendere all’estero, anche svolgendo un ruolo da rivenditori: comprare da piccoli produttori locali e rivendere con il proprio marchio.

L’idea è ottima. Il punto chiave è innanzitutto lavorare sulbrand, sulla reputazione: scegliere un valore, un messaggio e spingere per farlo conoscere e approvare. Senza questo non si va da nessuna parte.


Se posso essere utile, sono qui per dare una mano. E per imparare da chi ha avuto successo e voglia condividerlo con noi.